lunedì 5 dicembre 2011

Cognomi G

Galante: cognome derivato dal veneto “galante” dall’aferetico “galant”, ossia vivace, spiritoso, che deriva dal verbo “galer”, con riferimento al divertirsi.

Galeazzo/Galiazzo: alla base vi è il nome “Gallo”, derivato da un soprannome scherzoso o ironico connesso al gallo, nei vari significati figurati. Nella forma più antica può derivare dall’etnico “Gallo”, con riferimento a chi abita o è oriundo della Gallia, della Francia. Cognome tipicamente veneto, è diffuso soprattutto nella provincia di Padova.

Gallinaro: alla base di questo cognome sta il soprannome scherzoso o polemico connesso con il venditore di polli e galline. Con questo cognome a Villa del Conte è documentato  Andrea del fu Antonio, affittuario di 2 campi e un  casone di paglia di proprietà del nobile Alvise Dolfin.

Gallinieri: per l’etimologia del cognome cfr. la voce Galeazzo.

Gallo: anche questo cognome ha alla base il nome "Gallo" (già documentato nell'VII secolo come "Gallus"), derivato da un soprannome sia scherzoso o polemico, connesso con "Gallo" (= pollo, gallo), in senso proprio o nei vari significati figurati, sia etnico formato da "Gallo" inteso come oriundo e abitante della Gallia, della Francia". I documenti del territorio di Villa del Conte ricordano con questo cognome Bortolo del fu Paolo, contadino e affittuario di  6 campi e di una casa di paglia del nobile Girolamo Morosini, e il parente Paulo del fu Batista, affittuario di ben 70 campi e una casa di muro di proprietà del nobile Alvise Dolfin.

Gambato: si tratta di cognome derivato da un nome personale, d’origine germanica e di tradizione longobardica, “Gambaro”.

Gardin: forma onomastica derivata dal termine “giardino”. Si tratta di una forma diminutiva sorta con riferimento alla professione del giardiniere che nel corso dei secoli passati era detto “gardiniere”, com’è emerso anche in alcuni documenti seicenteschi inerenti alla contea di Sant’Anna Morosina. I Gardin di S. Giorgio in Bosco sono detti Gildo.

Garzotto: cognome derivato dal veneto “garzato”, con riferimento al mestiere del cardatore che toglieva col garzo il pelo ai tessuti di cotone o di lana durante la manifattura.

Gasparetto/Gasparin: all'origine di queste forme onomastiche diminutive c'é il patronimico iraniano Gaspare che significa splendente.

Gastaldello: è un cognome che deriva dalla trasformazione di nomi e soprannomi medioevali formati dal titolo di carica e d’ufficio, e poi professionale, “castaldo o gastaldo”, dal longobardo “gastaldus”. Il termine indicò dapprima l’amministratore della “curtis” del re, poi dei beni fondiari di duchi e conti longobardi o d’enti ecclesiastici, quindi, con i Franchi, designò un funzionario statale e infine, dall’ultimo Medio Evo all’età moderna, l’amministratore di beni fondiari e d’aziende agricole demaniali, d’enti laici e religiosi, di privati. I Gastaldello presenti a S. Giorgio in Bosco sono detti Sècoea.

Gazzola: deriva dal vento “gazola”, diminutivo alterato di gazza,, con riferimento a soprannomi ed epiteti derivati dal comportamento caratteristico di quest’uccello. I Gazzola sangiorgesi sono detti Piveta.

Gennaro: è la cristallizzazione del nome “Gennaro”, che continua il “cognomen” latino “Ianuarius” e in età tarda la variante “Ienaurius”, da “Ianuarius mensis”, mese di gennaio, dato originariamente a bambini nati in gennaio.

Geron: allo stato attuale delle ricerche è possibile stabilire che il cognome Geron è una forma onomastica che ha origini diverse da quelle dei Ceron, e questo, nonostante l’errata trascrizione del cognome presente in uno stato d’anime del 1725. Questo documento farebbe derivare un ramo dei Geron, detti Gennaro e poi Zennaro o Denaro, da un “Giuseppe Cieron fu Andrea” vissuto intorno alla metà del Settecento a Villa del Conte. Di fatto, però, i Geron detti Zenaro di Villa del Conte hanno origini più antiche, essendo documentati per lo meno dal 1668. Ma anche nella prima metà del Settecento esisteva in territorio comitense un ceppo familiare che nel 1748 aveva la forma cognominale Geron e non Cieron (Geron Francesco detto Gennaro fu Antonio, fu Domenico, nato a Villa del Conte il 27 settembre 1748). I Geron di villa del Conte e S. Martino di Lupari hanno origine dal ramo di S. Giorgio in Bosco, dove il cognome è documentato almeno dall’inizio del Seicento. Allo stesso ceppo, detto Gennaro, appartiene il ramo che fin dal 1748 è censito ad Abbazia Pisani. Nei decenni successivi il cognome compare e scompare a tratti in territorio abatino, per assestarsi definitivamente nel 1836 con i coniugi Felice fu Francesco e Teresa Morelato, detti Denaro, provenienti da Villa del Conte. Nel 1861, un altro ramo proveniente dal territorio comitense, emigra ad Abbazia Pisani con il soprannome Pilon. Il significato del cognome potrebbe essere lo stesso di Ceron, a causa della probabile mutazione della prima consonante. Non è escluso, tuttavia, che all’origine potesse esserci la voce “Giaron”, o ghiaia. Per quanto riguarda il soprannome più diffuso – Denaro – si tratta solamente di una storpiatura dialettale del nome proprio Gennaro.

Gheller: diffuso ma non frequente, ha alla base “Ghelle” o “ghèle”, ipocoristico aferetico medioevale di “Mighele”, variante di Michele. Diffuso in tutta l’Italia settentrionale, e in particolare nel veneto, è originario di Foza (VI).

Ghiotto: questo cognome ha alla base la forma “ghio”, che riflette un processo fonetico nord-occidentale, con probabili influssi del corrispondente nome francese “Guy”. L’originale nome germanico “Wido” è ipocoristico abbreviato di personali composti da “Widu”, che significa legno, bosco.

Giacomazzi/o: questo cognome assai diffuso, altro non è che l'alterazione del nome personale ebraico Giacomo (Yàaqob), che significa Dio ha protetto. La forma originaria del cognome, oriundo dal ceppo di Borghetto di S. Martino di Lupari, era Jacomazzo ed é forse da ricondurre storicamente alla quattrocentesca famiglia dei Jachomo da Lovari, che troviamo documentata fin dal 1418. Nel 1493 il cognome é già cristallizzato e documentato con Mirafiore figlia di Iacomazzo “laner”, in altre parole produttore o rivenditore di lana. Altri personaggi con il medesimo cognome s’incontrano negli estimi del 1548 e in quelli del clero del 1561 in qualità di fittavoli degli abati commendatari di S. Pietro e S. Eufemia di Villanova e di gestori di un importante mulino situato a Borghetto, e di due “posta molendina” costituite da più di un centinaio di campi sempre nella stessa zona. Non crediamo sia un caso se, anche nei secoli successivi e fino alla seconda metà del Settecento, i Giacomazzo sono riusciti a intrattenere rapporti di lavoro con i fattori della celebre abbazia, acquisendo vari appezzamenti di terreno un tempo appartenuti agli abati pro tempore. Dopo tre generazioni rimaste ininterrottamente in territorio luparense, i Giacomazzo si suddividono in tre grossi nuclei distinti che portano tre soprannomi diversi: Gobbo, Spigaroli, Sandron. Quest’ultimi sono documentati a Villa del Conte nel 1668 con Pietro detto Sandron del fu Alessandro, fittavolo dei Morosini di Sant’Anna Morosina per 50 campi. Il ceppo più prolifico sarà quello degli Spigaroli che, dalla prima metà del Seicento, si sposterà nei paesi di Tombolo, Cittadella, Fontaniva, Castello di Godego, S. Giorgio in Brenta, Villa del Conte, etc. Gli attuali ceppi presenti con lo stesso cognome in territorio sangiorgese portano i due soprannomi Sandron e Fulbo. Si tratta in entrambi i casi di ceppi derivati da quello originario di Borghetto, seppur con storie di spostamenti diversi. I primi Giacomazzo sangiorgesi risultano censiti fin dagli anni Trenta del ‘600 con residenza a Sant’Anna Morosina.

Giacometti: l’origine etimologica è la stessa del cognome Giacomazzi. Il primo riferimento documentato ai Giacometti sangiorgesi si ha fin dal 1633 a Sant’Anna Morosina. Oggi sono presenti anche a S. martino di Lupari e Castello di Godego.

Giaretta: cognome che ha alla base il veneto “giara”, ghiaia. Il termine deriva dal latino “glarea” con lo stesso significato. Diffuso nel Padovano.

Gillardi: riduzione onomastica del nome personale d’origine germanica “Gilardo”, che si presenta sin dall’alto medioevo in Italia con forme diverse.

Giolo: alla base di questa forma cognominale sembra riscontrarsi in nome proprio di Angelo, con le varianti Angiolo e Agnolo che continua in parte il nome latino tardo, d'ambiente cristiano, "Angelus" ma per lo più è formato, nel Medioevo, dal sostantivo "àngelo" e "àngiolo", che continua il latino ecclesiastico "angelus" adattamento del greco "ànghelos", che traduce l'ebraico "mal'àk" (messaggero di Dio). A Villa del Conte nel 1668 troviamo due capofamiglia: Agnolo del fu Paulo, affittuario di 8 campi e di un casone di paglia del nobile Morosini Girolamo, e di un altro campi del cognato Giacomo Maggion; Giacomo del fu Antonio, locatario di 9 campi (di cui uno tenuto a prato) e una casa di muro, dove vive, di proprietà del nobile Giacomo Pasqualigo e di altri due campi di ragione della signora Gabriella da Venezia e, infine, di un'altro mezzo campo di proprietà del nobile Girolamo Morosini.

Giona: cognome che si rifà al nome proprio ebraico "Jonah" che significa "colomba". Sotto questa forma cognominale troviamo a Villa del Conte  Domenico detto Zenaro del fu Domenico, che dichiara al censo nel Seicento: "Tengo in affitto campi quaranta A.P.V. con casa di muro di ragione del Nob. H.Sr Gerolemo Morosini", oltre a lavorare sempre in affitto altri dieci campi (9 di proprietà del nobile Sanudo e uno del nobile Morosini).

Girlanda: ritroviamo alla base di questo cognome il termine dialettale del termine "Ghirlanda". Il termine deriverebbe dal provenzale "guirlanda". In località Abbazia (Pisani) è documentato Francesco del fu Bernardin, in qualità di affittuario di 8 campi e una casa di paglia di proprietà del signor Vendramin Pierobon.

Girolimetto: cognome piuttosto diffuso nella Castellana che ha alla base il nome personale “Girolamo”. I Girolimetto sangiorgesi hanno il soprannome Romaneo.

Gobbato: il cognome ha alla base il nomignolo “gobbo”, derivato da un originario soprannome di qualità fisiche formato da “Gobbo”. Il cognome giunge a S. Giorgio in Bosco provenendo da S. Giorgio in Brenta nella seconda metà dell’Ottocento. I Gobbato sangiorgesi portano il soprannome Vae.

Gorgi: questo cognome sembra avere alla base il latino popolare “gurga”, ossia “canna della gola” ed è tratto dal latino “gurges-itis”, in altre parole gorgo. Il cognome nel ‘600 è presente a S. Martino di Lupari e a Rosà.

Gosetto: con questo cognome é registrato a Villa del Conte Zuanne del fu Marco,  affittuario di due campi e una  casa in muratura di ragione del nobile Mattio Sanudo.

Gottardello-Gottardo: questo cognome si fonda sul diminutivo del nome Gottardo. Gottardo è un nome di origine tedesca. Deriva, infatti, dall'antico tedesco "Gotthard" e significa "forte mediante Dio". A Villa del Conte nel 1668 si trova Bastian del fu Gottardo, contadino e affittuario di  15 campi (di cui 8 coltivati a  prato) con una casa di muro di proprietà del nobile Girolamo Morosini. I Gottardello sangiorgesi portano il soprannome Cantaréo.

Grendene: cognome piuttosto raro e forse derivato dal termine veneto “grendene”, ossia capelli, come recita l’antico adagio “prendare per le grendene”, in pratica afferrare per i capelli.

Grifalconi: d’origine veneziana, alcuni rami si sparsero anche a Padova e Verona. Il ceppo sangiorgese è documentato fin dal primo ventennio del ‘500 e deriva dal ramo che da Venezia si era stanziato a Cittadella (la famiglia inizialmente mantenne la residenza principale a Cittadella, la secondaria a Persegara, poi tutti i rami si trasferirono lungo il Brenta). Avevano palazzo a Persegara e si contendevano quel territorio con i padovani Gagliardi. Si qualificano quasi tutti con il titolo comitale fino al Seicento, poi solamente il ramo di Giulio (seconda metà del ‘600) continua sempre a fregiarsi di titoli comitali, gli altri rami non sempre, pur essendo contraddistinti da titoli signorili. Il ramo principale, quello nobile, aveva la tomba antica nella chiesa di S. Margherita di Persegara, poi, quando il Brenta la rovinò nel 1802 assieme al palazzo dei Gagliardi, il sepolcro fu spostato nella chiesa di Lobia. I Grifalconi sangiorgesi hanno il soprannome Pio.

Griggio: il cognome deriva dal colore grigio con riferimento a barba e capelli di tale tinta o indicativi di un’età non più giovanile. Alcuni ceppi sono documentati fin dal primo ‘600 a Sant’Anna Morosina.

Grigolon: cognome accrescitivo del nome personale “Gregorio”, che si afferma nell’alto medioevo per il prestigio e il culto riservato ai santi e padri della chiesa Gregorio Nisseno e Nazianzeno, e del papa e santo Gregorio Magno. Il nome continua generalmente il personale latino d’età tarda e di ambienti cristiani “Gregorius”, dal greco significa essere sveglio, desto.

Guerra: diffuso con media frequenza in tutta Italia. Il cognome deriva dal soprannome o appellativo “guerra”, attribuito prima come nomignolo e poi come vero e proprio cognome per svariate motivazioni attinenti a comportamenti bellicosi. Un nucleo familiare con questo cognome giunge a Paviola prima della metà dell’Ottocento provenendo da Cittadella.

Guerriero: il significato etimologico è lo stesso di Guerra.

Guidolin: diminutivo del nome personale “Guido” che risale al germanico “Wido”, derivato a sua volta dal gotico “Wido”, che significa bosco. Fra i vari significati del nome Guido vi è sovente quello di persona istruita. I soprannomi Mateòto (o Samartinaro), Ceo e Passaja che contraddistinguono i vari ceppi Guidolin presenti in territorio sangiorgese tradiscono comuni origini da più antiche radici familiari d’area Luparense.

 

Nessun commento:

Lettori fissi